I Big Data nella Sanità

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Quanto sono importanti i Big Data nella Sanità? Estremamente, e lo diventeranno ancora di più nel prossimo futuro, al punto da trasformare e rivoluzionare l’intero settore.

L’estrazione, la reale comprensione, l’analisi accurata e definizione del valore della miniera di dati legati ai pazienti permetterà di creare un vero e proprio “nuovo valore” nelle strutture ospedaliere, garantendo servizi più accurati al cittadino-paziente e distribuendo le risorse in modo più calibrato e virtuoso.

Per quanto riguarda le definizioni, la Commissione Europea aveva già parlato di Big Data nella Sanità nel 2016, in questi termini: “I Big Data in sanità si riferiscono a grandi set di dati raccolti periodicamente o automaticamente, che vengono archiviati elettronicamente, riutilizzabili allo scopo di migliorare le prestazioni del sistema sanitario”. Tuttavia, per quanto riguarda l’Italia, la loro analisi e gestione è stata finora orientata a un economicismo che non ha permesso alcuna trasformazione profonda.

Si tratta di un trend che potrebbe (e dovrebbe!) cambiare nel prossimo futuro. Secondo quanto riportato da Wired in un recente articolo sul tema, nell’agosto del 2018 il Policlinico Gemelli di Roma ha firmato un importante accordo con la multinazionale americana Intersystems, che è specializzata proprio nella gestione dei Big Data negli ospedali e nella trasformazione digitale di intere strutture sanitarie.

L’obiettivo dell’accordo è applicare il pacchetto software Trackcare, che permetterà un’analisi in tempo reale dei dati dei pazienti, raccogliendo le informazioni all’interno di appositi dossier condivisi sia dagli operatori di corsia che dagli uffici amministrativi.

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È facile comprendere come un passo avanti nell’utilizzo reale e approfondito dei Big Data nel settore sanitario possa generare un impatto importantissimo in termini di conoscenza delle condizioni del paziente e dell’evoluzione o involuzione di eventuali patologie, non solo nel corso del tempo, ma anche in relazione ai protocolli medici applicati.

L’analisi dell’enorme parterre di informazioni che, per loro stessa natura, i Big Data forniscono permetterà inoltre di risolvere e analizzare le relazioni tra le diverse variabili che descrivono le funzioni vitali del paziente, che possono condizionare la sua salute e dunque anche portare all’aggravarsi di eventuali malattie. Sarà di conseguenza possibile non soltanto agire tempestivamente applicando le più adeguate terapie, ma anche di formulare strategie e protocolli mirati per la gestione di eventuali relapse e, cosa altrettanto interessante, operare con precisione in termini predittivi e preventivi.

Inevitabilmente, cure e prestazioni più calibrate permetteranno anche di riassorbire, quantomeno in parte, le spese esorbitanti del servizio sanitario, poiché la corretta gestione dei dati causerà una traslazione dalla ben nota medicina d’attesa alla più innovativa e performante medicina d’iniziativa.

 

Fonti che generano i Big Data nel Sanitario

Per quanto riguarda le fonti che generano i Big Data nella Sanità, esse comprendono chiaramente i dati clinici legati alle analisi di sangue e urine, a check-up periodici, a macchinari di monitoraggio delle condizioni del paziente e via discorrendo.

La mole di informazioni a disposizione è virtualmente infinita e permetterà non soltanto di definire terapie specifiche e diagnosi più precise sul singolo soggetto, ma anche di incrociare milioni di dati diversi per sviluppare analisi su determinati campioni di pazienti, individuare relazioni tra fenomeni o specifici rapporti causa-effetto tra diverse variabili, dando il via a strategie preventive che fino a questo momento non sono solamente impossibili, ma addirittura inimmaginabili a causa della dispersione delle informazioni che ancora affligge il nostro Sistema Sanitario Nazionale.

Finora, il processo di rivoluzione digitale profonda che interessa la Sanità e la sua relazione con i Big Data si è manifestato con aggregatori di dati dematerializzati e in possesso di strutture ospedaliere e ASL: si parla, nello specifico, di FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico), Dossier Sanitario, Cartella Clinica Elettronica dei medici, sistemi Cup 4.0 e Taccuino dell’Assistito.

Ma non basta. Sul lungo periodo, si mira ad ottenere non una Sanità a misura di malattia, quanto piuttosto a misura di paziente.

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Alessandro Rezzani

Sono un consulente senior nell’ambito della Business Intelligence, specializzato in analisi di Big Data e tecniche di Analisi Predittiva. Nel 2016 ho fondato Dataskills, presto diventata azienda di riferimento nel territorio italiano per soluzioni di Data Science. Sono anche ricercatore e professore presso l’Università Bocconi di Milano.
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    Sono un consulente senior nell’ambito della Business Intelligence, specializzato in analisi di Big Data e tecniche di Analisi Predittiva. Nel 2016 ho fondato Dataskills, presto diventata azienda di riferimento nel territorio italiano per soluzioni di Data Science. Sono anche ricercatore e professore presso l’Università Bocconi di Milano.
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