Intelligenza Artificiale e Design: una sinergia in evoluzione

Persona Che Lavora Su Un Progetto Di Animazione

Il binomio AI e design non è un’utopia futuristica, ma una realtà concreta, che già da qualche tempo modella il modo con cui interagiamo con il mondo che ci circonda. Di fatto, quella tra Intelligenza Artificiale e design è una sinergia in evoluzione, una convergenza già piuttosto avanzata che suscita curiosità e interesse anche in altri settori operativi e che, quasi certamente, raggiungerà in breve tempo vette ancora inesplorate.

Il principale obiettivo dell’Artificial Intelligence nel design tout-court consiste, essenzialmente, nello snellire, semplificare e rendere ancora più preciso e performante il processo di progettazione in qualunque ambito, dai prodotti che utilizziamo nelle nostre case, ai luoghi che visitiamo, alle interfacce utente che navighiamo in Internet.

Design e Artificial Intelligence: cosa dicono le statistiche

Secondo un recente studio pubblicato da Deloitte, il 57% dei leader aziendali prevede che l’AI trasformerà in modo sostanziale il loro business nell’arco di soli tre anni. Due terzi del panel intervistato ritengono che addirittura l’intero settore verrà rivoluzionato da questa tecnologia nei prossimi cinque anni.

Il 61% dei dipendenti sostiene di aver aumentato la produttività grazie all’IA, mentre il 49% riscontra una velocizzazione e ottimizzazione del processo decisionale. Il 37% riferisce invece un miglioramento della collaborazione interna.

Sappiamo che la modalità chiave con cui l’Artificial Intelligence trasformerà le industrie risiede nell’automazione di attività banali e monotone per consentire alle persone di essere più creative. Dall’analisi di Deloitte emerge, non a caso, che il 31% degli intervistati indica la creatività come il principale vantaggio dell’AI, il 28% la considera efficace nella progettazione di nuovi prodotti, e il 27% è riuscito a raggiungere nuovi segmenti di mercato con il supporto di questa tecnologia.

Nel design, l’AI va considerata una “matita” che racconta le idee e amplia i nostri confini

Quando si parla di design possiamo considerare l’AI come una sorta di matita: uno strumento che aumenta esponenzialmente le capacità e il talento umani senza sostituirli.

Questo principio è sposato anche da teorici dell’innovazione della caratura di John Nosta, secondo il quale il ruolo chiave dell’Intelligenza Artificiale è quello di democratizzare la creatività e rendere più ampi i confini dell’immaginazione, senza che il quid umano ne venga intaccato. In tal senso, al fine di ottenere davvero il meglio da questa rivoluzionaria tecnologia, la preparazione dei professionisti in carne e ossa, le loro competenze e – nel caso del design – anche un certo investimento emotivo nel processo di creazione artistica dovranno continuare a mantenersi preponderanti.

Se, da un lato, è noto che l’AI solleva l’essere umano da compiti gravosi, lunghi e ripetitivi permettendogli di concentrarsi su attività più strategiche e creative, è altrettanto vero che può sfidare schemi precostituiti e offrire approcci di ragionamento inediti, proponendo soluzioni originali ai problemi e nuove prospettive alle quali, magari, neppure avevamo pensato.

AI e design: in che direzione stiamo andando?

Per comprendere l’importanza che l’Intelligenza Artificiale gioca e giocherà nel settore del design, è importante ricordare prima di tutto che quest’ultimo è definito come il processo di creazione e pianificazione di soluzioni intenzionali per risolvere un problema o soddisfare una determinata esigenza. “Design” è quindi un termine cappello, per sua natura molto ampio, che può riguardare la progettazione di oggetti, sistemi, ambienti e persino esperienze, prendendone in considerazione gli aspetti estetici, funzionali, ergonomici e concettuali.

Proprio tale flessibilità intrinseca fa sì che il design possa essere applicato virtualmente a qualunque ambito, dall’industria alle arti grafiche, dall’intrattenimento all’architettura, dagli oggetti agli ambienti interni, e persino a paesaggi e territori. In senso lato, non è quindi tanto una disciplina quanto piuttosto un processo creativo che intende migliorare forma e funzione di ciò che viene progettato.

Con l’avvento dell’AI, vengono stabilite nuove relazioni tra cliente e prodotto. Tali interazioni segnano l’inizio di un dialogo inedito tra aziende e consumatori in merito a ciò che questa tecnologia può e dovrebbe fare per migliorare l’esperienza di prodotti e servizi. E se, da un lato, toccherà ai designer portare l’empatia necessaria a questa innovazione, all’Intelligenza Artificiale spetterà il ruolo di ottimizzare, accelerare e rendere più precisi ed efficienti i processi che coinvolgono i designer stessi. Il grande potere di questa tecnologia risiede infatti nella velocità con cui può analizzare enormi quantità di dati e suggerire modifiche alla progettazione. Queste ultime potranno essere approvate (o meno) dal designer o, in alternativa, essere oggetto di A/B test al fine di valutare la reazione degli utenti. Senza dimenticare, ovviamente, che l’analisi progettuale predittiva permetterà di conoscere in anticipo le modalità di interazione dei consumatori e la loro risposta a determinati progetti.

In termini più concreti, il design può sfruttare l’Intelligenza Artificiale in vari modi. Uno di questi è l’automazione di alcune fasi del processo di progettazione, come la generazione di layout, la creazione di palette colori o di elementi grafici, lasciando il tempo ai professionisti umani di concentrarsi su aspetti più strategici del progetto. Il design generativo, basato appunto sull’AI, potrà contribuire alla creazione di esperienze di design altamente personalizzate, risultato dell’analisi dei dati degli utenti e dell’adattamento dinamico di prodotti digitali in base a comportamenti individuali. E ancora, grazie all’impiego di algoritmi di apprendimento automatico, l’IA potrà analizzare i Big Data per estrarre insight utili alle fasi strategiche e decisionali che precedono il processo di progettazione vero e proprio.

In settori come l’architettura e l’ingegneria, l’Artificial Intelligence contribuirà sempre di più alla realizzazione di progetti complessi, non solo perché ottimizzerà la fase di progettazione, ma anche perché permetterà una pianificazione e gestione ottimizzata delle risorse. In ambito digitale, questa tecnologia alimenterà sviluppi nella creazione di esperienze utente sempre più immersive, per esempio integrando realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) e offrendo interazioni sempre più coinvolgenti. E nell’automazione della produzione, potrà offrire importante supporto nella creazione di prodotti personalizzati (ad esempio facilitando la prototipazione rapida con tecnologie avanzate di stampa 3D) oggi considerati un must in virtualmente qualunque industria.

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella progettazione mira anche a potenziare le funzionalità degli strumenti di design che già conosciamo. Programmi come Adobe Photoshop e Illustrator integrano oggi algoritmi di AI per assistere i designer nella creazione di progetti più efficienti. Qualche esempio? L’IA può supportare operazioni come la correzione del colore, il riconoscimento degli oggetti e il ridimensionamento delle immagini.

Quali sono i vantaggi dell’impiego dell’Intelligenza Artificiale nel design? E quali le sfide?

Esistono senza dubbio una serie di vantaggi dati dall’integrazione tra IA e design. Tra questi, i principali includono:

  • Aumento dell’efficienza: l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nei processi di progettazione ottimizza tempo e risorse necessarie a sviluppare i progetti. L’automazione dei processi e l’analisi avanzata dei dati consentono la definizione di strategie più efficienti e concentrano le attività del personale umano su mansioni più creative.
  • Incremento della precisione: inevitabilmente, l’AI ha innalzato il livello di precisione dei progetti e ridotto la possibilità di errore e incoerenze grazie all’impiego di algoritmi sempre più sofisticati.
  • Riduzione dei costi: con l’IA, i processi di design diventano più convenienti anche dal punto di vista economico. Grazie all’automazione e all’analisi avanzata dei progetti, i progettisti possono ora sviluppare soluzioni a un costo inferiore rispetto al passato, riducendo la dipendenza da risorse di progettazione costose.
  • Miglioramento dell’esperienza: la capacità dell’AI di personalizzare i progetti e di prevedere il comportamento degli utenti migliora complessivamente la user experience e garantisce soluzioni più coinvolgenti e interattive, sia per quanto riguarda i prodotti che i servizi.
  • Punti di vista inesplorati: come in ogni ambito, anche nel design l’AI può rivelarsi un eccellente assistente per l’essere umano, offrendo approcci originali al progetto e possibili soluzioni a problemi complessi. In sintesi, trasformandosi in uno strumento che favorisce il pensiero “out of the box”.

Tuttavia, la sinergia tra Intelligenza Artificiale e design porta con sé anche alcuni limiti e sfide da vincere. Già attualmente – e certamente nel prossimo futuro – dovremo infatti affrontare il rischio di:

  • Declino della creatività umana: è il risultato di un eccessivo ricorso alla creazione automatizzata. I progettisti in carne e ossa non dovrebbero mai compromettere la loro creatività e le loro competenze, e per farlo non dovranno mai dipendere troppo dall’Intelligenza Artificiale.
  • Distorsioni nei progetti: è un rischio legato alla possibile incorporazione, da parte dell’AI, di pregiudizi intrinseci che riflettono le convinzioni dei suoi creatori. Il risultato? Progetti discriminatori o non inclusivi nei confronti di specifici gruppi di persone.
  • Possibili violazioni della privacy: è un argomento spinoso che interessa l’impiego dell’IA in virtualmente qualunque settore. La raccolta e l’analisi dei dati degli utenti, così connaturata a questa tecnologia, comporta infatti il rischio che informazioni sensibili vengano diffuse o utilizzate in modo inadeguato.

Quanto finora evidenziato dà forma anche a quella che, secondo gli esperti, dovrà essere la futura Intelligenza Artificiale nel design. Non va infatti dimenticato che questa integrazione, seppur già in essere, sta ancora attraversando una fase di significativa evoluzione e che il suo potenziale di crescita è in parte ancora sconosciuto. Ma dal momento che lo sviluppo dell’AI prosegue senza sosta, è facile immaginare che le aree di crescita riguarderanno il miglioramento ulteriore dell’esperienza utente, un incremento sensibile dell’accessibilità al servizio di specifici gruppi di persone e la cosiddetta “progettazione etica”.

Quest’ultima è già considerata essenziale per il mondo del futuro: dal design ci si attendono infatti progetti progressivamente più etici, liberi da pregiudizi e capaci di tutelare in modo concreto i luoghi, le persone, gli ecosistemi.

Andrea Bergonzi

Andrea Bergonzi

Sono laureato in Economia, Finanza e Mercati Internazionali. Prima di entrare nel mondo della Data Science ho ricoperto il ruolo di analista dei mercati finanziari e research editor. Dal 2020 sono membro di Dataskills, dove mi occupo di Predictive Analytics e Business Intelligence.

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    Andrea Bergonzi

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    Sono laureato in Economia, Finanza e Mercati Internazionali. Prima di entrare nel mondo della Data Science ho ricoperto il ruolo di analista dei mercati finanziari e research editor. Dal 2020 sono membro di Dataskills, dove mi occupo di Predictive Analytics e Business Intelligence.