Intelligenza Artificiale e Turismo: un binomio che rilancia il settore

Ai And Tourism

La recente emergenza sanitaria ha generato severe ripercussioni in tutto il mondo e in tutte le industrie. Pur avendo colpito in modo trasversale, ha tuttavia danneggiato in modo più significativo alcuni settori che, rispetto ad altri, basavano il loro successo in particolar modo sulla presenza fisica dei clienti.

Uno di questi è il turismo, che attualmente si presenta ancora in fase di lento, incerto recupero e che probabilmente necessiterà ancora di qualche tempo per ritornare ai livelli pre-pandemici (dai due ai quattro anni secondo quanto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, UNWTO, nel suo “World Tourism Barometer Volume 18” dell’ottobre 2020).

L’Intelligenza Artificiale, assieme ai Big Data e al Machine Learning, è ora più che mai considerata uno degli strumenti chiave nella Trasformazione Digitale applicata anche a questa industria. Si tratta di una tendenza già in essere almeno dal 2016 – quando una ricerca di McKinsey & Company aveva stimato che oltre il 70% delle ore impiegate nel settore turistico (e in particolare della ristorazione e dell’hospitality) avrebbe potuto essere automatizzato con la tecnologia – e che è diventata ora un imperativo irrinunciabile.

Più di recente, la stessa McKinsey ha sottolineato come la trasformazione digitale intrapresa dalle aziende durante la pandemia, ossia nell’arco di alcuni mesi, si sarebbe in condizioni diverse sviluppata nell’arco di anni (più specificamente, tre nel rapporto coi clienti e ben sette nell’adozione e integrazione di nuove tecnologie), in un’accelerazione improvvisa che è ormai giudicata inarrestabile per chiunque voglia ottenere o mantenere un vantaggio competitivo.

La trasformazione tecnologica deve quindi essere considerata una leva importante per la ripresa di un settore che ha visto l’intera filiera bloccarsi per oltre un anno, e che soltanto di recente comincia a mostrare i primi segnali di una timida ripartenza.

In termini più ampi, il Digitale nelle sue diverse declinazioni e strumenti rappresenta lo strumento più efficace per comprendere e interpretare i segnali di un cambiamento ancora in essere, e talvolta imprevedibile, oltre che per offrire supporto pratico in termini di creazione di esperienze sempre più personalizzate per il cliente. Come è noto, infatti, le attività esperienziali sono in assoluto la primaria motivazione che spinge verso una destinazione, che motiva a un viaggio, e l’analisi accurata dei prospect alla base di una comunicazione sempre più immersiva, personalizzata e soddisfacente è una delle chiavi di volta per il turismo del futuro.

L’importanza dei database nel turismo di domani

Se, prima dell’esperienza COVID-19, anche il settore turistico poteva fare affidamento sull’analisi predittiva nella pianificazione delle proprie strategie, tale attività può essere ora considerata sostanzialmente inutile in assenza di database aggiornati. Di fatto, la pandemia ha radicalmente modificato non soltanto le abitudini d’acquisto ma addirittura la società nel suo complesso: ecco perché dati “nuovi” e sempre più accurati dovrebbero essere alla base di un’analisi realmente in grado di prevedere le possibili evoluzioni del mercato.

Unioncamere ha compreso questa esigenza e, di recente, ha realizzato la piattaforma IsNaRT (Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche), uno strumento che supporta le imprese di settore nel monitoraggio del mercato grazie all’utilizzo dei Big Data. Più specificamente, si tratta di un osservatorio che mette “Big Data e AI al servizio del turismo” e prevede la pubblicazione di dati e informazioni suddivise in funzione degli obiettivi da raggiungere, così che le organizzazioni ricevano supporto puntuale nella strutturazione di strategie di business capaci di incontrare l’effettiva domanda del cliente in questa delicata fase di “new normal”.

Quello appena esposto è soltanto un esempio della necessità di poter disporre di dati costantemente aggiornati che consentano una fotografia sempre “fresca” del panorama attuale, così che i player del turismo possano dare vita a modelli di azione dinamici e flessibili, basati su indicatori e informazioni in real time. Una previsione dei comportamenti basata su informazioni relative alla situazione attuale, per quanto dinamica e ancora instabile, rappresenta infatti la base di qualunque processo decisionale che possa garantire una concreta competitività futura.

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Artificial Intelligence e Turismo: come opereranno in sinergia?

Secondo la “Guide to Travel Recovery” pubblicata da Travelport nel 2020, più del 70% dei manager d’albergo si dice disponibile a pagare per ottenere report esterni aggiuntivi e oltre il 55% lo sta già facendo. L’obiettivo è ottenere una visione aggregata dell’intera industria del turismo, che sappia coniugare fattori economici e normativi con l’effetto che questi generano sui comportamenti e sulle aspettative degli utenti.

In questo senso, l’Intelligenza Artificiale si propone come straordinario alleato e, non a caso, è già oggetto di sviluppo per diversi progetti. Uno di essi è il risultato della partnership tra Sabre e Google, che stanno sviluppando un’AI per il settore viaggi capace di combinare infrastruttura cloud, intelligenza artificiale e machine learning targato Google con la conoscenza dell’industria del turismo di Sabre, così da dare vita a soluzioni veloci e intelligenti verticalizzate sul settore. L’obiettivo è poter erogare proposte all’utente che non siano solo pertinenti e personalizzate, ma anche rapidissime – un fattore, quest’ultimo, capace di fare davvero la differenza nella decisione d’acquisto di un viaggio.

L’Intelligenza Artificiale è anche al centro del progetto eDreams ODIGEO, che ha lanciato una piattaforma AI che analizza i trend del settore turistico così da creare indicatori per destinazioni di viaggio in linea con le effettive tendenze della domanda. La soluzione si rivolge non solo agli enti turistici ma anche alle imprese, proponendosi come supporto alle strategie decisionali, e si basa su un set avanzato di algoritmi che elaborano i dati anonimizzati di oltre 21 miliardi di ricerche annuali sul tema viaggi.

Infine, vale la pena menzionare Amazon Explore: si tratta di una nuova piattaforma che il gigante dell’e-commerce mette a disposizione per la prenotazione di vacanze virtuali in diverse parti del mondo, attraverso un semplice collegamento in streaming. Una volta raggiunta la “destinazione digitale”, gli ospiti virtuali potranno conoscere luoghi di interesse e attrazioni del luogo grazie alla presenza di esperti e guide locali. Al momento attuale si tratta di un servizio ancora in fase di beta-testing, ma che certamente potrebbe aprire scenari interessanti per il cosiddetto “turismo virtuale” del futuro, basato nuovamente sull’analisi di grandi quantità di dati.

Chatbot e tecnologie di interazione per il settore turistico

Nel settore turistico, un altro dei trend dell’AI considerati di maggiore interesse è legato al ruolo che i chatbot potranno giocare nella creazione di una relazione positiva con i prospect e con i clienti.

Dal momento che la tendenza più prevalente è sviluppare soluzioni sempre più evolute nell’interazione uomo-macchina, gli assistenti virtuali dovranno innovarsi e rinnovarsi, puntando sempre di più sulla puntualità e correttezza delle traduzioni così come sull’efficacia del linguaggio naturale, implementando le più avanzate tecnologie di Natural Language Processing (NLP).

Oltre a questo, è essenziale che i chatbot evolvano così da interpretare in modo il più possibile accurato le esigenze, i gusti e i comportamenti del viaggiatore, proponendo soluzioni e proposte sempre più calibrate e personalizzate.

Dal futuro ci si attende quindi non soltanto promozioni georefenziate sul territorio specifico (grazie al 5G), ma anche la diffusione sempre più marcate di tecnologie di interazione – come ad esempio NFC, Bluetooth Low Energy, QR Code, Geofencing e wearable device.

In definitiva, il turismo di domani sarà completamente differente da quello a cui siamo stati abituati finora  anche per chi è stato tra i primi a comprendere la potenza del digitale. Ci si attende una profonda metamorfosi a tutti i livelli: distribuzione, flussi, comportamenti. Bisognerà quindi essere pronti a operare di conseguenza.

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Per approfondire:

Andrea Bergonzi

Andrea Bergonzi

Sono laureato in Economia, Finanza e Mercati Internazionali. Prima di entrare nel mondo della Data Science ho ricoperto il ruolo di analista dei mercati finanziari e research editor. Dal 2020 sono membro di Dataskills, dove mi occupo di Predictive Analytics e Business Intelligence.

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    Andrea Bergonzi

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    Sono laureato in Economia, Finanza e Mercati Internazionali. Prima di entrare nel mondo della Data Science ho ricoperto il ruolo di analista dei mercati finanziari e research editor. Dal 2020 sono membro di Dataskills, dove mi occupo di Predictive Analytics e Business Intelligence.